LITTLE DOCTOR
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Ben presto le fortune di Zenone Benini terminarono, le accuse che lo vedevano coinvolto con i fatti che videro l’approvazione dell’ordine del giorno Grandi e la sfiducia a Mussolini, lo costrinsero, suo malgrado, a cedere il suo patrimonio mobiliare e immobiliare comprese le azioni della Pignone-Viscosa, ma ebbe l’intuizione di nascondere e conservare il carteggio Martelli-Shimoi fino agli anni ’70 e proprio in quel periodo decise di portare tale documento all’attenzione di sua cugina, Flora Boyer Benini nel tentativo che potesse aiutarlo a decifrarlo poiché in una sezione del carteggio era riportata una missiva scritta da Marsilio Ficino e diretta a Baccio Martelli ove Ficino invitava il Martelli a raggiungerlo per aiutarlo a decifrare una tavoletta con scrittura sumera. Pare proprio che Baccio Martelli fosse riuscito a decifrarla in parte. Zenone Benini aveva deciso di parlare con la signora flora dopo che lei stessa aveva informato lo Zenone che nel paese di Valle Benedetta un rappresentate della famiglia Martelli, discendente della nobile famiglia fiorentina, fosse in grado di tradurre ogni scrittura antica, perfino egizia e sumera. Fu così che nel settembre del 1975 Zenone Benini venne a Livorno, ma non alla Valle Benedetta, poiché la signora Flora Benini non alloggiava a Villa Huygens (oramai divenuta solo dimora estiva) ma nel suo lussuoso appartamento invernale in città, precisamente in via Calzabigi. Zenone Benini camuffò il carteggio Martelli-Shimoi coprendolo con una copertina di un libro di cucina. Dato che la copertina non fu mai rimossa, è probabile che il carteggio sia ancora conservato in qualche luogo all’insaputa della signora flora. Alla sua morte gli eredi misero in vendita l’appartamento cittadino di via cazzabigi per cui non sappiamo cosa successe alla biblioteca personale della signora Flora, forse il carteggio Martelli-Shimoi è andato perduto per sempre oppure verrà alla luce tra molti anni ancora, ma comunque io posseggo una copia del carteggio e posso ogni qualvolta io lo desideri leggere di quando il piccolo “Dracula” venne istruito dai Martelli per divenire un giorno grande guerriero e posso leggere di un altro bambino istruito dai Martelli, non meno importante, figlio di un certo Niccolò di Betto, che venne “affidato” alle cure della famiglia Martelli nella primavera del 1394, quando Niccolò Betto Bardi, volendo assicurare al proprio figlio un avvenire migliore del suo, affido a Roberto Martelli il proprio figlio, in modo che potesse apprendere l’arte orafa e molte altre arti, di cui i Martelli erano da sempre depositari. Roberto Martelli accettò la supplica di Niccolò Betto Bardi e accolse suo figlio nella propria casa per poterlo educare nella maniera migliore. Roberto Martelli non volle accettare nessun compenso per istruire il bambino e congedò Niccolò Betto con queste parole :” non posso accettare nessun tipo di compenso, poiché la mia ricompensa sarà quella di aver istruito il migliore, voglia la storia darmene merito”. Quel bambino che diverrà davvero il migliore si chiamava Donatello.
È importante non confondere il personaggio Roberto Martelli esperto orafo con il suo avo Roberto Martello abile forgiatore di spade, detto pure Roberto da Volterra. Le origini di Roberto Martello si perdono nella notte dei tempi, ma vanno sicuramente attribuite alla dinastia carolingia precisamente alla discesa di Carlomanno quando in Italia, diretto a Montecassino attraversando la Val Di Sieve ebbe rapporti con alcune donne del luogo, ma questa è un'altra storia, anzi la storia.
È importante non confondere il personaggio Roberto Martelli esperto orafo con il suo avo Roberto Martello abile forgiatore di spade, detto pure Roberto da Volterra. Le origini di Roberto Martello si perdono nella notte dei tempi, ma vanno sicuramente attribuite alla dinastia carolingia precisamente alla discesa di Carlomanno quando in Italia, diretto a Montecassino attraversando la Val Di Sieve ebbe rapporti con alcune donne del luogo, ma questa è un'altra storia, anzi la storia.
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